Rapporto: una famiglia alla ricerca dell’equità finanziaria
Miriam Bosch 7 Minuti

È giusto che un figlio abbia un hobby che costa una piccola fortuna, mentre all’altro piace soprattutto vedere gli amici o leggere? Un figlio dovrebbe cofinanziare un hobby costoso? Oppure l’altro fratello dovrebbe ricevere un qualche tipo di compensazione? Julia e Reto Z. si trovano a dover rispondere proprio a queste domande. In questo rapporto, raccontano come le affrontano nella pratica nel ruolo di genitori.

Questo gennaio è molto speciale per i due fratelli Janik e Levin: invece della paghetta mensile, ricevono per la prima volta un salario giovanile: Janik 130 franchi al mese, suo fratello 120 franchi. «La loro età più uno zero alla fine», dice ridendo la mamma Julia Z. I due ragazzi devono utilizzare il denaro per abbonamenti per il cellulare, abbigliamento, appuntamenti dal barbiere, regali di compleanno per gli amici e spese «extra» come dolci, bevande e snack. I genitori pagano solo le scarpe e le giacche davvero necessarie. «Il terzo paio di sneaker, però, devono comprarlo da soli», spiega papà Reto. Janik e Levin non ricevono il denaro dai loro genitori in contanti, ma direttamente sui loro conti giovanili. «Non so, però, se sia la cosa giusta», ammette con franchezza Reto. «Temo che Janik e Levin spendano di più perché così il denaro è meno tangibile.» Ma oggi non si può più fare a meno di usare Twint e simili

I genitori sostengono le ambizioni sportive del figlio

Tra i due fratelli c’è solo un anno di differenza di età, ma la loro vita quotidiana non potrebbe essere più diversa: mentre Janik frequenta la scuola secondaria e preferisce passare il tempo con gli amici, leggere o semplicemente godersi il tempo libero, Levin punta a una carriera da professionista nel freestyle skiing. Nella primavera del 2023 è stato ammesso nella squadra dell’Associazione degli sport invernali della Svizzera centrale, la Zentralschweizer Schneesportverband. 

Levin (12 anni) punta a una carriera da professionista nel freestyle skiing.

Dallo scorso autunno, il dodicenne è stato sponsorizzato da familiari, amici e conoscenti. «Insieme a mia madre, ho scritto a tutte le persone possibili e immaginabili e ho chiesto loro se volevano sostenermi», racconta Levin, non senza orgoglio. Così hanno raccolto circa 2000 franchi. Il denaro è ora in un conto di risparmio a cui Levin però non ha accesso. «Il suo sport è costoso», spiega Julia Z. Una stagione costa più di 6000 franchi. Allenamenti, campi sci, attrezzatura, skipass, quote di partecipazione, spostamenti in autobus, cibo… Tutto questo si traduce in una cifra non indifferente. I training camp costano 250 franchi l’uno e in inverno si svolgono ogni fine settimana. «Per cui i 2000 franchi non basteranno a lungo», riassume Julia Z. ridendo. 

Julia e Reto Z. versano il salario giovanile direttamente sui conti giovanili dei loro figli.

Discussioni sulla disparità di trattamento

Un anno e mezzo fa, Levin è passato dalle gare di sci al freestyle skiing; sei mesi dopo, è stato ammesso in squadra. All’inizio, Janik pensava che non fosse giusto che i suoi genitori spendessero così tanto per suo fratello minore, quando lui giocava «solo» a calcio e arrotondava la sua paghetta facendo il babysitter. «C’erano sempre discussioni perché Janik si sentiva svantaggiato», ricorda il padre. Tanto più che Levin, oltre a sciare, suona anche la batteria e gioca a calcio. «Ma sa che lo sosterremmo tanto quanto facciamo con suo fratello.» 

La passione di Levin è il freestyle skiing. A suo fratello maggiore Janik piace giocare a calcio, ma è solo un hobby.

A luglio Levin finisce la scuola primaria. «Poi farò la scuola secondaria, la Sportschule di Kriens o la Talentklasse di Svitto, dipende», spiega. E aggiunge: «Spero che mi prendano a Svitto.» Tuttavia, passare l’esame di ammissione non è scontato. Se ce la fa e le sue prestazioni sportive sono confermate, dal secondo anno di scuola superiore potrà trasferirsi alla Sportmittelschule di Engelberg. Lo sguardo di Levin si illumina: «Sarebbe il massimo per me!» In fondo qui hanno studiato grandi atleti come Dominique Gisin e Andri Ragettli, il grande modello di Levin. Ma questo sogno non è gratis: il collegio costa circa 15 000 franchi l’anno. Il finanziamento sarebbe a carico dei genitori. Poiché entrambi lavorano a tempo pieno, non avrebbero bisogno di un prestito. Ancora non sanno come gestirebbero gli aspetti finanziari se un giorno Levin dovesse guadagnare con questo sport. «Facciamo un passo alla volta.»

Quando non sono sulle piste da sci, vanno in bicicletta tutti insieme: la famiglia Z. è molto sportiva e ama stare all’aria aperta.

Insegnare a dare valore al denaro

Nonostante la loro situazione finanziaria privilegiata, per i coniugi Z. è importante insegnare ai loro figli ad avere un rapporto sano con il denaro. I genitori, quindi, coinvolgono regolarmente i loro figli nella pianificazione del budget familiare. «Siamo una famiglia che ama lo sport. Trascorriamo tutto l’inverno in giro per la Svizzera per andare a sciare», spiega Reto Z. Per questo, le vacanze estive si limitano a gite in bicicletta in montagna. Occasionalmente, la famiglia va in vacanza al mare, ma non tutti gli anni. L’anno scorso, Levin, appassionato di sport, ha usato i suoi risparmi per acquistare una mountain bike biammortizzata. «Ora il mio conto di risparmio è praticamente vuoto», ammette. «Ma non me ne pento affatto. È stato il miglior acquisto della mia vita!» 

Levin Z.

Non appena compirà 14 anni, Janik vuole realizzare il suo più grande desiderio: un motorino.

Janik, d’altra parte, ha messo da parte dei soldi. Perché non appena compirà 14 anni, vuole realizzare il suo più grande desiderio: un motorino. «Ho messo da parte 2500 franchi», dice soddisfatto. E tanto basta per il motorino dei suoi sogni. «Devo solo rinunciare a qualche paio di sneaker.» Negli ultimi sette anni, per raggiungere il suo obiettivo di risparmio il tredicenne ha risparmiato anche su diversi regali di compleanno e di Natale.